Il 4 gennaio 2017 sorella morte ha preso con sé anche il caro confratello P. Elia. Con la sua morte tutti noi francescani ci siamo sentiti più poveri perché abbiamo perso un carissimo confratello. P Elia, al secolo Ezio, è stato una figura poliedrica, di una intelligenza arguta, penetrante, capace di intraprendere sempre cose nuove. Discreto oratore, era iscritto anche all’albo dei giornalisti. Ha scritto un libro sui nostri missionari in Cina, che aveva visitato in un momento molto delicato prima che fossero costretti a ripiegare in Giappone e Papua Nuova Guinea.
È stato insegnante di religione per diversi anni nelle scuole medie Besta, riscuotendo simpatia e apprezzamento. Il suo zelo apostolico, la sua grande umanità l’ha esercitata soprattutto nell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi dove per tantissimi anni ha confortato e assistito tanti pazienti. In questo ambiente così particolare e delicato, con le sue notevoli capacità di dialogo, è riuscito a instaurare un fruttuoso rapporto con i medici e infermieri che a distanza di anni ancora lo ricordano con stima, simpatia e amicizia.
P. Elia si può definire un vero francescano itinerante: a piedi, in bicicletta, in auto, era sempre in movimento, ovunque cercava di portare una parola di sapore evangelico e francescano. Negli ultimi trent’anni della sua lunga vita, infatti è morto a oltre novantasei anni di età, P. Elia ha dedicato le sue spiccate qualità intellettuali e culturali a P. Marella e alla sua Opera.
In collaborazione con l’amico Ruggero Rambaldi, che aveva dimorato per alcuni anni proprio nella casa a S. Lazzaro dove era spirato il Venerabile Don Olinto Marella, ebbene insieme a Rambaldi ha scritto diversi libri, fatto ricerche, raccolto preziose testimonianze sulla eroica figura di questo eccezionale testimone della carità.
Nel 1992 fondano insieme la modesta rivista trimestrale “Il Cappello di P. Marella” con il principale scopo di far conoscere, soprattutto a chi non aveva avuto la fortuna di incontrarlo, la figura del Padre. Ma anche con l’intenzione di raccogliere informazioni, testimonianze sulle eroiche virtù di questo sacerdote approdato a Bologna dopo tante peripezie.
P. Elia ha lasciato un segno indelebile sull’Opera Marella, per aver caldeggiato la causa di Beatificazione, aperta ufficialmente il giorno 8 settembre 1996 nella chiesa della SS. Annunziata per opera del compianto Cardinal Biffi. Fu nominato infatti dalla Provincia Minoritica di Cristo Re vice-postulatore della causa e, insieme a diversi collaboratori religiosi e laici, non possiamo dimenticare Mariano Michele e Mirri Luciana, P. Elia ha lavorato incessantemente fino alla chiusura della causa a livello diocesano per opera del cardinale Caffarra avvenuta il 17 dicembre 2005.
Una volta che la causa era finita a Roma alla congregazione dei Santi, il Padre non ha cessato di interessarsi con viaggi e sollecitazioni di vario tipo. Dal cielo continuerà sicuramente a intercedere perché questa causa, tanto desiderata dai Bolognesi di una certa età, possa arrivare presto in porto. Sulla tomba di P. Elia andrebbe riportata la frase di S. Girolamo che è sulla tomba di P. Marella. “Non rattristiamoci di averlo perduto, ma ringraziamo Dio di avercelo dato”.