LA “MIA” BEATIFICAZIONE DI PADRE MARELLA

È da molto che sento mancare qualcosa alla mia vita, soprattutto la domenica, e per quanto mi impegni a cercare non trovo soluzione.
Domenica pomeriggio è stato beatificato Padre Marella, giornata molto strana: io non so cosa ci fosse nell’aria; ma si respirava qualcosa di surreale, magico e mitico insieme. Forse sì, la sensazione più verosimile è quella che si prova quando si vive un déja vu.

In Piazza Maggiore a Bologna c’era anche lui, Padre Marella in persona, con la sua marsina nera e il cappello.
Si divertiva a girare tra i fedeli presenti alla sua cerimonia per carpirne le espressioni e i commenti. Poi, sedutosi nelle ultime file della platea, ascoltava la messa a lui dedicata con meraviglia.

Il suo corpo riposa a San Lazzaro e per questo non è riuscito ad abbracciare fisicamente le migliaia di persone arrivate per lui, gli sarebbe anche piaciuto consolare le persone bisognose, ma soprattutto ringraziare e benedire uno a uno tutti i partecipanti alla sua causa.

E la mia mancanza interiore? Quasi scomparsa! È bastato fare due chiacchiere a quattr’occhi con lui che ho capito che il mio era solo autentico e genuino bisogno di scambio d’amore, fratellanza e solidarietà tra tutti.
Così, il mio cuore intorpidito da tanta sofferenza ha ritrovato ieri limpida purezza nell’esempio dell’eroica santità del Padre.

Fabio Tolomelli

(foto di Lorenzo Burlando)