Julia Hoffmann intervista i dipendenti dell’Ikea Zaira La Rana e Luca Ultori
Quale è stato il primo impatto entrando come Volontari all’interno di una comunità dell’Opera di Padre Marella?
ZAIRA: Abbiamo capito appena entrati che l’Opera di Padre Marella ha una specificità estremamente precisa, una sua personalità davvero molto forte. L’accoglienza che abbiamo ricevuto da parte degli operatori del Pronto Soccorso per i fragili in Via del Lavoro 13 è stata straordinaria; durante le ore in cui siamo stati lì la signora che ci ha indicato gli spazi da riordinare ha accolto me e Giuseppe – il mio collega – come se fossimo i suoi figli. L’emozione più grande è stata… non so come spiegare… noi eravamo lì ad aiutare ed abbiamo vissuto al contempo la storia di Antonietta e la sua felicità nell’aiutare gli altri, per noi quello è stato davvero molto bello. Non solo siamo riusciti a supportare, ma anche a portarci a casa la sua felicità per quel “poco” che abbiamo fatto.
Come avete trovato gli spazi del Mercato Solidale e quale è stato il vostro contributo?
LUCA: Gli spazi del Mercato Solidale sono sicuramente molto densi di oggetti e inevitabilmente ristretti, fungendo da un lato come spazi di raccolta beni e dall’altro come zona di distribuzione per chi ha necessità di vario tipo. L’obiettivo primario infatti, è quello di rispondere sia alla necessità, all’urgenza, che alla passione verso gli oggetti di antiquariato. Quello che abbiamo voluto trasmettere, soprattutto vista la nostra esperienza, è l’idea di organizzare gli spazi con una visione più attenta alla posizione degli oggetti a seconda della fascia di età a cui si riferiscono, ad esempio differenziando i giochi per i bambini e quelli da tavolo per ragazzi, oppure sistemando alcuni oggetti in base alla funzionalità di oggetti similari, ragionando come si farebbe in uno spazio casalingo. Ad esempio, gli attacchi per i bastoni delle tende erano posizionati nell’angolo dei giochi, sotto i puzzle, per una questione di praticità; ora hanno trovato una corretta disposizione vicino ai bastoni delle tende. Sappiamo che la nostra è una deformazione professionale essendo dipendenti di Ikea, ma sappiamo anche che in questa occasione troviamo la nostra giusta collocazione.
ZAIRA: Ho fatto la volontaria nello spazio dedicato alla raccolta abiti, dove mi sono occupata dello smistamento, ed ero convinta di trovare poi esposti i vestiti tutti insieme; invece, ho scoperto che all’Opera viene fatta una selezione di vestiti secondo le stagionalità, una cosa che ho trovato molto carina e soprattutto un servizio importante per chi sta cercando qualche cosa di funzionale. Il nostro consiglio da “addetti ai lavori” è stato di dedicare uno spazio alle “new entry” e di comunicare e promuovere i momenti di cambio armadio presso la struttura in attraverso i social: sappiamo che lo staff e i vostri ragazzi del Servizio Civile stanno lavorando sodo e che entro fine anno ci saranno delle bellissime novità!
Puoi dirci qualche cosa in più sul lavoro di smistamento del vestiario e di come si svolge? Hai qualche consiglio da dare a chi porta abiti e altro?
ZAIRA: Certamente! In entrata arrivano tutti i giorni sacchi di vestiti che i bolognesi portano presso la struttura di via del Lavoro, consuetudine che in concomitanza con i picchi di stagione – a ridosso dell’estate o dell’inverno – chiaramente si intensifica a seguito del cambio stagione negli armadi. Un consiglio che vorrei dare a chi intende donare dei vestiti è di portarli sempre puliti e lavati, piegati e ben confezionati, proprio come si fa per sé stessi. E separare i vestiti dalle scarpe! Sempre.
I volontari – come noi – si occupano di aprire i pacchi e dividere i vestiti a seconda il tipo di capo, di stagione, e di taglia (ad esempio: donna, uomo, bambino, bambina), ma dalla fine dell’anno scorso c’è una novità: vengono selezionati anche capi vintage, destinati poi alla Boutique Solidale di San Lazzaro. Questa è senza alcun dubbio una delle parti più divertenti, perché permette di andare alla ricerca di qualche capo diverso dal solito, più particolare. L’altra parte bellissima è quella del contatto con le persone, straordinario.
Dove secondo voi è il caso di andare a lavorare maggiormente e come si potrebbe implementare il lavoro che già si sta facendo?
LUCA: Investire maggiormente nella comunicazione è la chiave di volta in tutte le attività promozionali. Naturalmente noi veniamo da un ambito “commerciale” mentre la funzione dell’Opera di Padre Marella è del tutto di supporto alle fragilità, però valorizzare maggiormente con delle promozioni programmate e comunicarle attraverso cartellonistiche potrebbe certamente indirizzare le persone a cogliere maggiormente le occasioni. Questo va integrato chiaramente con le comunicazioni sui social. Creare una bacheca che dia questo tipo di informazioni ed invitare a seguire l’Opera sui vari mezzi di comunicazione web. Siamo davvero molto curiosi di vedere tutte le novità che sono in arrivo a settembre.
ZAIRA: Ci tenevo a segnalare che non abbiamo avuto modo di lavorare nel reparto Elettrodomestici. Si tratta certamente di un reparto molto fornito nel minimo dettaglio ma non c’è stato il tempo. Sarei molto curiosa di conoscere meglio tutto quello spazio e credo che abbia delle opportunità davvero interessanti sia rifornimenti che di promozione.
Inoltre, si potrebbe ragionare sulla possibilità di giocare maggiormente con un’illuminazione differente cercando di inserire un gioco di luci e ombre. Questo può valorizzare nello stesso modo anche i quadri.
Ultimo consiglio?
LUCA: La cosa che ci ha maggiormente colpiti è la straordinaria diversificazione di oggetti presenti negli spazi dell’Opera di Padre Marella. Davvero si può trovare di tutto. Si respira tanta storia in questi oggetti e davvero con la giusta descrizione nel dettaglio si possono amplificare, una straordinaria bellezza oppure una nuova vita dandogli un nuovo proprietario. Raccontare gli oggetti, il loro valore e la loro storia potrebbe dare il giusto significato ad un lampadario o ad un quadro.
ZAIRA: Sarebbe stupendo coinvolgere chi porta qualcosa all’Opera chiedergli un passaggio di consegne anche nella storia dell’oggetto. Ad esempio: “il lampadario ha più di 100 anni e fa parte della storia della mia famiglia oppure qui puoi trovare tutti i miei ricordi della mia infanzia.” Descriverne il valore emozionale.
Grazie davvero per questo intervento e supporto, da parte dell’Opera di Padre Marella ci tenevamo a darvi una restituzione della vostra preziosa presenza. Avervi avuto con noi, anche se come sappiamo è la vostra prima esperienza e per un tempo limitato, ci ha dato la possibilità di confrontarci con dei professionisti del settore. Lo staff dell’Opera operativo negli spazi dedicati al mercatino/magazzino/reparto vestiti si sono confrontati con grande piacere con voi e vi aspettano a braccia aperte per una prossima avventura.