Nel 1968, un anno prima di morire, padre Marella dettò il suo Testamento Spirituale nominando suo successore padre Alessandro Mercuriali, insieme a 5 suoi ex ragazzi e, l’anno dopo… in un cassetto si trovò il suo testamento olografo. Detto documento (per avere valore legale – come vuole la norma – deve essere scritto dalla mano del testatore, con qualsiasi mezzo e su qualsiasi materiale che sia idoneo a tener traccia della scrittura, deve avere indicati giorno, mese e anno, oltre al luogo e essere firmato) è un atto pubblico e come tale, insieme ai testamenti di molti bolognesi illustri (Luigi Galvani, Cesare Mattei, Guglielmo Marconi, Farinelli, il Cardinal Giacomo Lercaro) e altrettantifamosi italiani (i papi Giovanni XXIII e Paolo VI, Cristoforo Colombo, Giuseppe Garibaldi, Camillo Benso conte di Cavour, Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Luigi Pirandello, Giovanni Pascoli, Grazia Deledda, Giovanni Verga, Ettore Petrolini, Enrico Caruso, Enrico De Nicola, Alcide De Gasperi, Enzo Ferrari, Pier Paolo Pasolini, Gianni e Giovanni Agnelli Senior, Paolo Borsellino e altri ancora) raccolti per secoli negli Archivi Notarili e di Stato di tutta Italia, sono stati protagonisti a Bologna, a Palazzo Boncompagni (dal 24 novembre al 14 dicembre 2018) di una mostra itinerante interessantissima dedicata a Franco Pannuti, fondatore dell’ANT, recentemente scomparso.
Gianfranco Leonardi