Sono da sempre juventino perché i miei amichetti dell’infanzia lo erano tutti. Con loro giocavo sempre a calcio nel ruolo di difensore, per questo il mio mito era Gaetano Scirea per il suo modo di stare in campo e anche nella vita.
Mi chiamo Roberto e sono nato a Milano da madre campana e padre milanese. Entrambi i miei lavoravano molto, per questo ero spesso affidato a mia nonna Egidia che è diventata la mia vera figura di riferimento. Mi diverto molto a cucinare, qui sto imparando molto… sia in cucina, sia nella vita. Come a scherzare sulle difficoltà.
Comunque in cucina penso di essere proprio bravo: le mie specialità sono arrosti vari e ragù. Mica roba semplice!
Sono qui all’Opera da quasi un anno e mezzo, mi trovo bene. La cosa che mi piace di più è la condivisione e il senso di famiglia, lo stare assieme, quel senso di fraternità che non mi fa sentire solo, ma amico di tutti.
Cioè, proprio di tutti magari no. Anche nelle migliori famiglie c’è sempre il fratello rompiscatole e anche qui non è da meno, solo che magari ce n’è più di uno, ma alla fine si impara a sopportare anche lui… e poi magari ci si affeziona pure. Proprio come in famiglia.
Il mio sogno? Sarebbe così bello aprire un bar latteria in centro a Bologna… per persone di passaggio, così al mattino possono fare una colazione con ingredienti di qualità in un ambiente molto socievole. … e poi gli aperitivi – beh, sono milanese, è nel mio DNA – in relax.
Roberto Vergani
(foto di Claudia D’Eramo)