Pronto Soccorso Sociale “Padre Digani ” – Bologna

STORIA 

La storia del pronto soccorso Digani affonda le sue radici in un tempo lontano, carico di umanità e dedizione. Da oltre 70 anni, questo luogo accoglie e sostiene persone in difficoltà, seguendo l’esempio e il cuore di Padre Marella. Nel difficile periodo del dopoguerra, Padre Marella e le sue consorelle iniziarono a offrire rifugio e pasti a chi non aveva nulla. Fu un atto di amore che divenne il fondamento di una missione ancora viva.

La struttura, che un tempo era una scuola materna donata da Carla Cicognari, venne trasformata in un rifugio sicuro per i senza tetto. Col passare degli anni, grazie alla sua posizione centrale e alla profonda necessità sociale che la circondava, il pronto soccorso Digani divenne un faro di speranza per molti poveri e bisognosi. L’Opera di Padre Marella credette fortemente in questo progetto e, con il tempo, la struttura è stata ampliata e migliorata, trasformandosi in un luogo capace di offrire non solo accoglienza, ma anche percorsi di crescita personale. Oggi, grazie all’impegno di professionisti e volontari, qui si costruiscono progetti educativi individuali che puntano a restituire dignità e speranza a chi ha perso tutto.

OGGI

Oggi il pronto soccorso Digani è in grado di ospitare fino a 70 uomini, offrendo loro un rifugio sicuro per periodi che vanno da pochi mesi a più di un anno, con la possibilità di estendere l’accoglienza in situazioni particolari. Qui, ogni nuovo ospite non è solo un numero, ma una persona con una storia e un futuro da riscrivere.

Al momento dell’ingresso, ciascuno costruisce insieme all’équipe un percorso personalizzato, definendo gli obiettivi e il tempo di permanenza. Ma non è un cammino solitario: per ogni ospite, laddove possibile, viene attivata una rete di sostegno che coinvolge i Servizi Sociali Territoriali, l’Azienda dei Servizi alla Persona, i Centri di Salute Mentale, la Caritas, lo Sportello Lavoro e molte altre realtà solidali. La nostra speranza – che spesso diventa realtà – è che chi entra qui possa uscire non solo con maggiore autonomia, ma con una nuova fiducia nel futuro. Un passo alla volta, verso una vita migliore.